ANTICA FARMACIA FRANCINI NALDI
Ad Asciano, piccolo borgo in provincia di Siena, si trova ancora oggi in attività una delle più antiche farmacie d'Italia. L'Antica Farmacia Francini Naldi fu fondata nel 1795 da una notabile famiglia del luogo, i Francini Naldi e intitolata alla patrona del paese, Sant'Agata.
Restaurata nel 1830, la farmacia originale era arredata con un'elegantissima scaffalatura in stile impero, arricchita da vasi in ceramica, ampolle e vetri riccamente decorati, come era uso all'epoca.
Questo capolavoro, realizzato dai Baroni, noti artisti ascianesi, è stata di recente restituito al suo originario splendore. L'edificio sul quale sorge la farmacia, inoltre, fu costruito sui resti di una villa romana risalente al I secolo d.c., quando regnava Tito sullo scranno imperiale. A testimonianza di ciò rimane ancora oggi visibile una generosa porzione di un pavimento a mosaico policromo, meta di appassionati ed esperti da tutto il mondo.
Francesco Francini Naldi fu il primo direttore della farmacia, dopo essere stato abilitato all'esercizio della professione di “spetiale” dal collegio medico di Firenze il 9 luglio del 1816. Nonostante il passaggio di ben oltre due secoli, da allora la farmacia è sempre appartenuta alla famiglia Francini Naldi e la sua direzione, nel corso del tempo, è stata tramandata tra fratelli, figli, cugini e nipoti, ultimo dei quali il dott. Giovanni de' Munari, attuale direttore e proprietario. Lo affiancano oggi le figlie Francesca, Valentina e Cecilia che, rappresentanti la decima generazione, proseguono l'attività di famiglia, garanzia di ulteriore continuità.
Durante l'ultimo restauro, in uno scaffale dell'antica farmacia, il dott. Giovanni de' Munari trovò degli appunti e delle ricette. La datazione degli scritti non fu semplice ma, dalle caratteristiche grafologiche si risalì al fatto che potevano essere attribuiti a Francesco Francini Naldi, fondatore della farmacia, già noto come alchimista e speziere nel tardo XVIII secolo. Spinto dalla curiosità e da una riconosciuta pignoleria, Giovanni decifrò questi manoscritti e ne ricavò indicazioni precise per realizzare “singolari potioni”. Presto infatti intuì che, per quanto frutto di una cultura farmaceutica, tali prodotti erano stati resi più serbevoli per agevolarne il consumo, inizio del percorso che doveva portare questi liquori fuori dalla farmacia, verso un consumo “voluttuario”.
Questi prodotti, spesso enoliti (infusione di spezie nel vino) o brutoliti (infusione di spezie nella birra) furono prodotti fino ai primi del Novecento, le cui testimonianze sono contenute in diversi manuali tecnici dell'epoca, a conferma di come la liquoristica amara fosse ancora un'esclusiva farmaceutica fino alla seconda metà del Settecento, per diventare patrimonio dei liquoristi solo a metà del secolo successivo. Le erbe e le droghe amare, infatti, sono ricche di alcaloidi preziosi, pericolosi ad alte concentrazioni. Senza le conoscenze della farmacopea, perciò, non avremmo mai avuto gli amari moderni. Ci fu anche il percorso inverso: molti farmacisti, come il Francini Naldi, sfruttando il più alto valore percepito dal cliente, diventarono (anche) liquoristi.
VINPEPATO delle Crete – 25%
Il Vinpepato delle Crete è una macerazione di spezie, erbe e radici in una base di vino Chianti fortificato e nasce da un'attenta lavorazione tesa a rispettare le indicazioni della sua antica ricetta. Ad un mosto di uve Sangiovese viene bloccata la fermentazione attraverso l'aggiunta di alcol di frutti rossi, aumentandone così la gradazione alcolica. Lo scopo della fortificazione un tempo era principalmente quello di poter conservare i vini durante i lunghi viaggi. In questo caso lo scopo era quello di estrarre dalle botaniche una maggiore quantità di sostanze organiche e principi attivi.
Come vuole la ricetta originale, ogni singola botanica viene messa in macerazione col vino fortificato. Sono quattordici tra erbe, spezie e radici che riposano nel vino per circa 45 giorni all'interno di locali in penombra e a temperatura controllata.
La botanica principale è – come suggerisce il nome stesso – il pepe garofanato, così chiamato impropriamente perché pepe non è! Si tratta di una pianta originaria del centro America portata in Europa da Cristoforo Colombo.
La Pimienta Dioica è un albero della famiglia delle myrtacee, detta anche “allspice” in Inghilterra proprio per via dei suoi aromi di cannella, noce moscata e chiodi di garofano. Per queste sue caratteristiche viene ancora utilizzata oggi nella preparazione di alcuni dolci tipici toscani. Ricco di eugenolo, il pepe garofanato detto anche pepe della Jamaica, possiede virtù digestive, antimicrobiche, antisettiche, disinfettanti e blandamente anestetiche.
Achillea millefoglie e artemisia per la parte amaricante, liquirizia, cannella e vaniglia dall'altra completano il profilo organolettico del Vinpepato e concorrono a creare un liquore “dolce-amaro” piacevole ed elegante, la cui ricetta complessiva resta un segreto gelosamente custodito dalla famiglia Francini Naldi.
Terminata l'infusione, la dolcificazione avveniva ed avviene ancora tutt'oggi solo con il miele, ricco di vitamine A, E, K, C e B, enzimi, sostanze battericide e antibiotiche: un rimedio naturale per le vie respiratorio e per la cura dell'apparato digerente.
Perso il suo scopo prettamente medicinale, il Vinpepato, è stato rielaborato soprattutto nel suo tenore alcolico ma il suo sapore antico resta immutato, perfetta conclusione di un pasto, da degustare a temperatura ambiente oppure – durante le stagioni più calde – ad un gradazione non inferiore ai 10°-12°C.
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