MASSETO
Aprire una bottiglia equivale a scatenare un caleidoscopio liquido.
Una rara combinazione di opulenza sontuosa e raffinata eleganza.
“Il Masseto è un luogo incontaminato, aspro e primitivo. Per niente facile da lavorare. Le condizioni sono estreme. Siamo sempre sul punto di ottenere un vino fantastico, ma il risultato non è affatto scontato. Il rischio di fallire c’è sempre. È davvero un luogo magico in cui è la natura a prendere le decisioni più importanti.”
Cruciale per la resa del vigneto sono le argille blu plioceniche, presenti da milioni di anni appena sotto la superficie del terreno. Qui un tempo c’era una palude costiera sulla quale, nel corso dei secoli, si sono formati depositi argillosi ricchi di sale e tracce di vita marina.
L’erosione delle colline circostanti ha apportato strati di fango, ghiaia, sabbia e frammenti rocciosi. In epoche successive, i terremoti hanno ripiegato questi strati di terreno, allontanando le argille blu dal mare e portandole in superficie sulla collina del Masseto.
Grazie alla loro struttura minerale, le argille sono in grado di assorbire una quantità d’acqua pari al loro peso.
Nutrono le radici delle viti, mantenendole fresche e mai completamente disidratate, nemmeno nelle estati più calde. Insieme alle leggere brezze costiere, al sole del Mediterraneo e alla luce riflessa dal mare, questo tipo di terreno regala ai grappoli le condizioni ideali per una lenta maturazione dei polifenoli.
“Il cuore del Masseto, il suo lato segreto, è una sinfonia di Mahler suonata da un’orchestra al completo. Il suo aspetto esteriore è un piccolo ensemble di musica da camera. È la potenza di quell’orchestra a richiedere cura e attenzioni. Deve essere bilanciata dai suoi elementi più ‘morbidi’, per esaltarne la omplessità. Ogni appezzamento di terreno si esprime in modo unico. Ne risulta un mosaico molto complesso, con al centro l’argilla blu.”
Un luogo magico e un vigneto che ha ancora molti segreti da svelare.
Masseto 2020
Toscana IGT
Clima e annata
Dopo un inverno mite e piovoso, marzo ha visto un temporaneo abbassamento delle temperature con qualche notte sotto 0°C proprio all’inizio del germogliamento nell’ultima settimana del mese. I germogli appena sbocciati erano tuttavia ancora protetti dal tessuto cotonoso della gemma, che ha permesso di evitare danni dal gelo. Il resto della primavera ha visto un tempo generalmente caldo con precipitazioni nella norma, garantendo un regolare sviluppo vegetativo fino alla fioritura che è avvenuta tra il 20 e il 25 maggio. In giugno un passaggio piovoso di grande intensità verso la metà del mese ha lasciato seguito ad un lunghissimo periodo di siccità con sostanziale assenza di piogge e temperature torride fino alla fine di agosto. L’invaiatura si è svolta in maniera omogenea e veloce tra il 20 e il 25 luglio, dando avvio alla maturazione delle uve sotto un sole ardente. A fine agosto sono arrivate delle piogge che hanno portato ad un notevole abbassamento delle temperature, con minime notturne anche fino a 13°C, condizioni ideali per completare la maturazione dei Merlot. La loro raccolta è avvenuta presto e velocemente per preservarne al massimo la freschezza ed appena in tempo per evitare un’improvvisa ondata di caldo di una settimana, dove il termometro ha segnato fino a 37 gradi. La vendemmia dei Merlot è stata completata il 14 settembre, seguita quasi immediatamente dalla raccolta del Cabernet Franc, per concludere la vendemmia il 16 settembre.
Vinificazione e invecchiamento
Le uve sono state raccolte a mano in casse da 15 kg. Dopo la diraspatura e una leggera pigiatura, le uve sono state trasferite in vasche di cemento per gravità, senza alcun pompaggio. Ogni singola parcella del vigneto è stata vinificata separatamente. La fermentazione è avvenuta spontaneamente con lieviti indigeni a temperature intorno ai 25-28°C, con due o tre rimontaggi al giorno e délestages ove necessario. Il tempo totale nelle vasche variava da 21 a 28 giorni. La fermentazione malolattica è avvenuta in barriques, per il 100% di rovere nuovo, mantenendo i vari lotti separati per i primi 12 mesi di affinamento. Successivamente, i vini sono stati assemblati e rimessi ancora una volta in barrique per un altro anno, per un totale di 24 mesi. Dopo essere stato imbottigliato, il Masseto 2020 è stato lasciato affinare per altri 12 mesi in bottiglia prima di essere immesso sul mercato.
Note di degustazione
Masseto 2020 è un vino che ha accolto tutti i tratti salienti dell’annata. Riporta infatti alla vista e al naso un’ottima concentrazione sia in termini di colore che di profumi. Quest’ultimi rimangono persistenti e vividi nel bicchiere senza cedimenti nel tempo. All’assaggio ritorna la potenza di questo vino che si esprime con bellissima lunghezza e balsamicità. L’integrità del tannino ci rivela il potenziale di invecchiamento tipico di Masseto.
Degustazione novembre 2022