COLLIO MALVASIA
“La”
Malvasia.
Non saprei che immaginarlo al femminile il sostantivo che designa questo vino suadente
e gentile.
Che porti un nome di generefemminile è frutto
quasi sicuramente del caso. Sembra che questa vite provengada un’isoletta
greca dell’Egeo. Adattatasi in epoche remote in Istria, donde l’aggettivo
di “Istriana”, s’è spinta fino a noi, in Collio.
Eppure questo vino, questapianta, non riesco a figurarmeli al maschile.
E dunque mi piace questavite quasi in via d’estinzione.
Mi piace semplicemente perché è bella. Capiscoche chi non è
del mestiere possa intendere queste affermazioni come farneticazioni visionarie.
Chi invece ha passato un po’ di vita tra le vigne,credo possa capire. Mi piacciono
le foglie, larghe, lucide e glabre, diconsistenza carnosa, d’un colore verde
tenue, mi piace il portamento eretto elo sviluppo contenuto della vegetazione. La
forma del legno dagli internodicorti e i nodi larghi, così da dare al tralcio
una forma mossa, sinuosa e ilcolore del legno, bruno chiaro tendente al senape,
molto elegante. La formadegli occhi, grandi, specie quando al risveglio primaverile
si schiudono fral’ovatta, mostrando i tenui bagliori verdi del germoglio,
brillanti fra stilledi rugiada. Mi piace la forma delle bacche e quella dei grappoli.
Questi,quando la vite è gestita con equilibrio, assumono un aspetto molto
aggraziato,un po’ irregolare, smussati nella forma delle ali, portano degli
acinipiuttosto grandi che a maturità diventano del colore dell’oro
con striature rosate.E’ veramente accattivante l’uva quando è
matura sulla pianta. Ed è anche moltobuona d’assaggiare, a differenza
di altre uve da vino. E’ una pianta pocoesigente e rustica. Resiste bene a
molte malattie delle viti. Quando ha unacerta età, e il potatore l’ha
trattata bene durante la vita, assume una formaaggraziata, da piccolo albero. E’
una vite che amo coltivare: se nel nostroCollio si stava estinguendo, dev’essere
stato che chi decideva d’estirpare non erachi l’accudiva. Altrimenti
non saprei capacitarmene. Oggi, per fortuna, è unavite che si sta nuovamente
piantando.
Ci si ottiene un vinogentile. Va detto che a differenza
di altri, il vitigno è capriccioso, sentel’annata. Ma quando la stagione
è giusta, il vino assume dei profumi insiemespiccati e delicati. Da giovane
ha un aroma che somiglia a quello della rosa, a maturità di ciò
non restatraccia mentre compaiono tonalità piccanti che richiamano le spezie,
inparticolare il pepe bianco.Vinificare Malvasia è un po’
lavorare alla cieca, come quando, ragazzo, andavodalla zia a dipingere la creta:
i colori prima della cottura sono altri daquelli che si otterranno all’uscita
dal forno. Il sapore è vestito con grazia:lungo e persistente, senza essere
invadente. Dei vini che produco è forse quelloche più rispetta il
piatto cui è abbinato. Attenzione, quando il vino riesce,ha un corpo notevole
e una personalità spiccata. Però non prevarica il piatto.Proviene
da un’isoletta dell’Egeo e credo debba sposarsi con un buon pesce pocolavorato,
che sappia mantenere ancora intatto tutto il sapore del mare. A onordel vero, penso
che molti altri ancora potrebbero essere i matrimoni felici.
“La” Malvasia Borgo del Tiglio
è ottenuta da vigneti antichi per lo più situati nel podere
di Brazzano. Viene effettuata una brevemacerazione a freddo del pigiato
per favorire l’estrazione degli aromi dallapellicola e dopo la pressatura
il mosto è fermentato in piccoli fusti di legno generalmente di
secondopassaggio. Una parte del vino ottenuto sarà unito agli uvaggi. Ma
nelle annate buone,la parte migliore di questo, quella ottenuta dalla vigna più
vecchia, vieneimbottigliata da sola e presentata come MalvasiaSelezione.
Il vino ha grandi doti dilongevità: non è
raro che con dieci anni di affinamento in bottiglia riescaancora a dare grandi sensazioni.
Nicola Manferrari
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