BRDA Kristian Keber
Kristian Keber e il suo magico vino della Brda
Tre chilometri, solo tre chilometri percorre Kristian Keber per raggiugere dalla casa paterna che si trova a Zegla (Cormons),il suo vigneto in Slovenia. Dal Collio alla Brda nonc’è soluzione di continuità; le morbide colline di boschi e vigneti creano un unico, meraviglioso panorama, immemori degli anni in cui la guerra, i confinimilitarizzati, le miopi visioni politiche avevano posto veti mettendo controabitanti di paesi vicini che invece chiedevano solo di convivere pacificamente.
Per fortuna gli animi si sono rasserenati, dopo l’ingresso della Slovenia nella Comunità Europea, con il muro che divideva Gorizia da Nova Gorica sono state eliminate tutte le garitte… È una premessa questa, che s’impone per comprendere le dinamiche del territorio. La maggior parte dei cittadini di quei luoghi ha legami familiari in Slovenia quando non ne è originaria. Anche per Kristian Keber vale questo combinato.
Infatti, ha ereditato il vigneto dal nonno materno. Si occupa di viticoltura quasi da quando ha cominciato a camminare, preso per mano da mamma Silvana. Ha frequentato l’Istituto Agrario Enologico di Cividale del Friuli ma sicuramente ha imparato tantissimo facendo pratica tra i filari, osservando suo padre, Edi Keber che gli ha dato le linee guida lasciandolo poi sperimentare in piena autonomia mentre, contemporaneamente lavorava nell’azienda di famiglia. “Due ettari di un sogno”, così Kristian ha definito il suo vigneto che si trova a Medana, sottozona Kozlink.
Un luogo magico per la pace che si respira insieme al profumo del bosco e delle erbe spontanee che si appoggiano alla ponca, marna arenaria di origine eocenica con millenarie stratificazioni,ricche di sali e microelementi che nutrono le viti e trasmettono ai vini inconfondibili qualità organolettiche. Filari di viti di Malvasia Istriana, Friulano (ex Tocai) e Ribolla Gialla, di circa cinquant’anni, allevate a Guyot, tracciano un percorso che si chiude ad anfiteatro.
I protagonisti dello spettacolo sono i grappoli d’uva,con rese basse, che saranno vendemmiati manualmente e contemporaneamente.Kristian Keber ha eliminato l’uso di concimi chimici, segue i principi dell’agricoltura biologica come ha sempre fatto anche nell’azienda di famiglia,è attento alle fasi lunari, utilizza alcuni preparati biodinamici, come il corno letame. Per nutrire la terra seminerà sovescio da sfalciare al massimo due volte l’anno, non esegue alcuna cimatura, la potatura viene effettuata col metodo Simonit.
Il Keber Brda rientra nella tipologia dei vini macerati. È un uvaggio con Ribolla gialla (50%), Friulano (40%) e Malvasia Istriana (10%), variabili secondo le annate. Le uve, dopo essere state pressate, riposano dodici giorni sulla buccia. I lieviti sono indigeni, la fermentazione, senza nessun controllo della temperatura, avviene in vasche di cemento, materiale che di per sé mantiene stabile il grado di calore che non va oltre i 26°).
Il vino rimane in botti da quindici ettolitri, per due anni. Non c’è alcuna filtrazione prima del passaggio in bottiglia, dove rimane per un anno.