LE MARCHESINE
Il mestiere di produrre ottimo vino è qualcosa che la famiglia Biatta si tramanda di generazione in generazione. È nel 1985 che Giovanni Biatta, il capostipite produttore di Le Marchesine acquistò i primi tre ettari nella zona del Franciacorta.
E’ da almeno cinque generazioni, però, che la famiglia è dedita a una sola grande passione: l’eccellenza vinicola. Discendente da una famiglia di antichissime origini bresciane, la cui esistenza documentata è risalente al 1196, il bisnonno di Giovanni, Camillo Biatta, era negociant eleveur, nobile e antico mestiere che e’ passato di padre in figlio, fino a Giovanni.
Le Marchesine, piccola e innovativa azienda della Franciacorta, è, adesso, una delle realtà più prestigiose e in pieno sviluppo della fortunata zona lombarda. A seguire le vigne e la cantina, sotto l’esperta guida del padre Giovanni, e’ Loris Biatta, assieme ai figli Alice e Andrea. Dai tre ettari iniziali, l’azienda si è estesa fino a raggiungere i 47 ettari di vigneto, iscritti agli albi delle Doc e Docg. La maggior parte delle viti è allevata a Guyot con 4.000-4.500 ceppi per ettaro, il resto a Sylvoz con una densità leggermente minore, di 3.200 ceppi. Pur essendo in perfetta linea con le caratteristiche produttive dettate dal consorzio del Franciacorta, l’azienda Le Marchesine si è sin dall’inizio distinta per il suo tipo di coltivazione innovativo, a cominciare dall’abbandono del sistema a pergola, ormai sorpassato, compiuto subito dopo l’acquisto delle vigne da parte di Giovanni, e la conseguente importazione delle avanzate tecniche d’oltralpe.
Artio – Franciacorta Rosé Millesimato 2018
RESIDUO ZUCCHERINO
8gr/lt
VITIGNI UTILIZZATI
Chardonnay e Pinot nero
SISTEMA DI ALLEVAMENTO
Cordone speronato (guyot) a 90/100 cm da terra
SESTO D’IMPIANTO
2,5×0,85 m
DENSITÀ IMPIANTO
4.500/5.000 piante/ha
RESA UVA PER ETTARO MEDIA
circa 100 q.li per ettaro
SELEZIONE DELLE UVE
in vigna con raccolta manuale in cassette di massimo 18 kg
VINIFICAZIONE
in bianco in pressa pneumatica con spremitura soffice delle uve intere e separazione della I^ e II^ frazione. Il mosto del Pinot Nero effettua una leggera macerazione di circa 6 ore, per poi essere assemblato con lo Chardonnay. Dopo separazione statica e fisica dalle impurità del mosto a basse temperature, avviene l’inoculo di lieviti selezionati per la fermentazione in vasche di acciaio inox a temperatura controllata. Segue il travaso e abbassamento della temperatura a circa 10°C per evitare la fermentazione malolattica. Una volta aggiunto lo “sciroppo di tiraggio”, viene imbottigliata, tappata con il tappo a corona e coricata in catasta per la presa di spuma.
AFFINAMENTO IN BOTTIGLIA
minimo 36 mesi
PRIMA ANNATA PRODOTTA
1993
Il viaggio nel bosco
Colore molto classico, che spazia dal corallo al leggero salmonato, la bolla è piuttosto spumeggiante, veloce, abbondante, continua.
A un primo naso si percepisce nettamente la macerazione, l’uva rossa esprime chiaramente la prugna, la ciliegia, i frutti neri selvatici come il mirtillo e la mora del gelso; escono i caratteri tipici di vegetale e speziato, le cortecce e i toni muschiati, chiude con caratteri più freschi e agrumati.
Al gusto è equilibrato, delicata la sfumatura asciutta, acidità e sapidità sono ben bilanciate da un tenore alcolico avvolgente, nel finale ritorna evidente il frutto rosso e i piccoli frutti di bosco, con una buona speziatura e un ricordo di liquirizia.
Calice di media ampiezza e temperatura di 6-8°; è un vino generoso, aperto e accondiscendente.
È un rosé di buona struttura che può essere compagno di molte preparazioni, con una predilezione per il per il periodo estivo, compagno di barbecue, di carpacci, di roastbeef.
Tra i cibi più elaborati l’anatra, con il petto scaloppato con melagrana oppure il suo speck.
Anche durante la stagione fredda può accompagnare alcune preparazioni classiche, come il bollito con le sue salse.
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